Cieli azzurri, sole, terra, acqua.
Città dalla storia millenaria, che hanno mantenuto la lora aura tradizionale pur sapendo rinnovarsi e adattarsi al nuovo tempo.
Villaggi dove il tempo sembra essersi fermato, come durante una lunga siesta.
Uno dei parchi nazionali più grandi d’Europa che ospita uccelli migratori e schive linci.
Un deserto che crediamo di non conoscere, ma che è stato sceneggiatura degli Spaghetti Western scolpiti nella mente di tutti noi.
L’Andalusia è una terra di confine, di tradizione, di musica dolce come lo sherry, di irriverenti danze. Un tripudio per tutti i sensi: fiori e vasi colorati che contrastano con il bianco della calce, il profumo degli aranci anche a Dicembre, il sole che picchia sulla pelle, le note del flamenco.
L’abbiamo visitata due volte, a primavera inoltrata e poi di nuovo a Natale.
E’ una terra che chiama il caldo e con il caldo rinasce, ma che è lì, pronta ad accoglierti con ospitalità tutti i giorni dell’anno.
Zona per zona, i luoghi che noi 3 portiamo nel cuore. Partiamo da Ronda, altri ne arriveranno via via.
La prima impressione non è delle migliori: una via principale molto affollata nei giorni di festa, negozi di grandi catene internazionali, bar con poca personalità. Ultima tappa del nostro secondo viaggio in Andalusia, Ronda non ci dà un benvenuto memorabile.
Il suo Puente Nuevo, visitato all’ora giusta e con i musicanti che intrattengono il pubblico, è meraviglioso. Eppure mi dà un senso di deja-vu, mi ricorda la copia in larga scala del Ponte del Diavolo, un ponte delle mie zone. E poi la gente, decisamente troppa, e sempre troppo intenta a istagrammarsi.
Poi c’è la sua Plaza de Toros, la più grande dell’Andalusia, aperta a chi acquista l’ingresso al museo – costosetto a dire il vero. Storia, usanze, rituali della piazza e della corrida sono ben raccontati nell’audioguida (stranamente non troppo noiosa) che fa esplorare la piazza seguendo le orme del… toro. Sul piano architettonico la piazza è davvero bella, spiace solo sapere che è ancora in uso. Parere personale non richiesto.
Ma allora perché parlare di Ronda in un blog di pochi e selezionatissimi consigli di viaggio?
Perché, come tante destinazioni super gettonate, se le dai le giuste attenzioni (e tempo!) anche Ronda sa ricompensarti a pieno.
È stato così per noi, che al secondo giorno abbiamo lasciato le vie più affollate per:

Trekking dei mulini
Per vedere il ponte da un’altra angolatura, la migliore.

La street art di Ronda
Scoprire i murales tra i più belli dell’Andalusia.

Restaurante Almocabar
Cucina tradizionale ma sapientemente reinterpretata, servizio attento: questo piccolo ristorante merita senz’altro una visita.
Pizzeria Il Forno a Legna
Per chi sente la mancanza di una pizza fatta a modo e nel forno a legna.
Spero di averti regalato qualche ispirazione per il tuo viaggio in Andalusia. Prepara la valigia e ricorda le scarpe da trekking!